domenica 27 marzo 2011

Proposte, riviste, interviste... ma soprattutto tante IDEE!

Domenica sera e sono pronta all'immersione.
Riviste, youtube, vita vissuta e ascoltata, non si sa mai da dove può uscir fuori una buona, ottima, spettacolare idea (il film "Una donna in carriera" docet).
E poi stasera mi sento carica.
Piena di buoni propositi.
Ce-la-posso-fare.

Dunque: idee venite a me!
...
Idee, eccoci!
...
...
Idee, su!
...
...
...
Ideeeeeeeee?
...
...
...
...
Al loro posto arriva Morfeo, mi prende per mano e mi allontana dal blocchetto degli appunti.
Cedo, piuttosto facilmente.
Ci vediamo domani ;-)

lunedì 21 marzo 2011

Invidia


In-vi-dia.

Provate a pronunciare questa parola lentamente. Sillaba per sillaba. Sentite come esce fuori.
È il respiro ansimante di un toro nell'arena. È il fumo condensato della prima sigaretta del mattino.
Pronunciarla semplicemente, a volte, è una liberazione.
Nel mio lavoro di invidia ce n'è molta. E si sente. Te la trovi puntata addosso in una conversazione tra colleghi. Ti punge la schiena leggendo delle righe che ami. Ma che non sono tue.

Ti consola sapere che se è scritta sul vocabolario è umana. Ma in fin dei conti non rallegrarti troppo, perché trattarla è come pettinare una chioma indomabile: cosa dura, lavoro di pazienza e di fino.
Io ho trovato la mia soluzione e credo sia utile condividerla. Si racchiude in una parola che è ammirazione. Tradurre l'invidia in ammirazione non è automatico e neanche facile. Ma necessario e utile per vivere e crescere.
Per portare l'acqua al proprio mulino anche quando ci si sente indefinite e stanche. Quando il confronto diventa sfiancante perché non sai piú chi sei e dove vai. Sai solo chi non sei. E vorresti essere.

Ma poi.
Ma poi...

C'é la musica. Quella solo tua. Quella che vibra ed esce forte dalla tua anima. Quella che ti fa entrare in contatto con il mondo e con il divino.

E allora l'invidia è un percorso, un fiume che porta verso il mare.
È buona, è vita. E, per assurdo, è anche utile.

mercoledì 16 marzo 2011

Yes, I've been there


Si, sto leggendo Mangia Prega Ama.
Si, anche nelle letture sono clamorosamente in ritardo (si vede dalle polverose pile di libri accantonate ai piedi del letto).
Ma chissenefrega? Mi piace questo ritmo slow nel tempo libero, regalo dei miei trent'anni.

Si, I've been there, spiega la protagonista di MPA. È questa la frase che si dice in inglese per consolare una persona che soffre. Non ti preoccupare, io lì ci sono già stato. E da lì se ne può uscire. Anche bene, arricchiti e fortificati.

Ecco, questa frase mi piace. Me la vorrei ripetere come un mantra nei momenti ansiogeni (lavorativi e non) in cui ti senti perso e solo e sbagliato. E regalarla a chiunque ne abbia bisogno.

Yes, I've been there.