giovedì 20 ottobre 2011

clima alluvionale


Mi sono svegliata alle 6 con un clima alluvionale su Roma, con i tuoni e con i lampi.
Mi sono girata dall'altra parte e mi sono riaddormentata.

Ecco, vorrei poter scrollare le spalle così anche davanti ai problemi della vita e del lavoro.
Sarà per questo che invece soffro sempre di doloretti alla schiena, forse perché le spalle non le scrollo mai?

Del resto.

Se tra web, stampa e telegiornale, si respira da mesi un clima alluvionale, come si fa a scrollare le spalle?




Ho scelto di essere una freelance perché era l'unico modo per per fare la giornalista.
Ho scelto di fare la giornalista perché bene o male questo mondo mi piace e raccontarlo mi è sempre riuscito bene.

Ma adesso, mentre mi accingo a chiedere e dare dritte sul lavoro, sulla vita personale, su un modo curioso, aperto e sereno di stare al mondo insomma... qualche certezza mi crolla. Perché anche con l'atteggiamento migliore domani siamo sempre qui. A lottare per farci pagare. A non ricevere neanche un sorriso.

O peggio.

A ricevere quel sorriso ma a non accorgercene più.
Perché è così che ci rende la crisi: ciechi.

Ciechi di fronte alle emozioni di una nuova giornata, di due parole spese bene e per amore, di un appuntamento per conoscere qualcosa di nuovo...
Svogliati in tutto, anche in quello che ci piace di più, SEMPRE in attesa.

Ma io non voglio essere cieca e se c'è una soluzione al clima alluvionale che stiamo vivendo è proprio questa: guardare con occhi ben aperti QUANTO la vita ha da offrirci anche in questi giorni nuvolosi.

Sperando (ma senza star lì a contare le ore), in un bellissimo arcobaleno.

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