lunedì 5 dicembre 2011

Cameo burlesque

I vestiti di scena mi fanno sognare. Altro che griffe. 


Lo sapete che sono un’appassionata di costume?
Credo sia facile immaginarlo di una che ha scritto un libro sulla Lingerie ed uno sui Jeans ma... non si sa mai.

Di sicuro lo sa mia cugina.

Mia cugina, quella che ho travestito da piccolissima con degli avanzi di stoffa durante un pranzo di famiglia, lasciandole un segno così profondo (o un trauma così indelebile, interpretazione a scelta) da indurla a lanciarsi, in età adulta, sulla strada del burlesque.

Insomma, la mia “vittima” mi ha invitato ad un workshop di costume burlesque proprio nei giorni in cui il partner bizzoso era in viaggio, tò!

Penso: perfetto. E vado.

Quante domande mi sono posta? Solo una: perché mia cugina mi vuole così male da farmi svegliare prima delle 10 del mattino durante il week-end?

Ma la voglia di curiosare ha avuto la meglio e dunque...

Dunque, senza troppe aspettative (ma con uno spirito assolutamente aperto, come non mi succede quasi mai) varco la soglia di Lab Costume in netto ritardo, struccatissima, con le sneakers. Un disastro.

Qui Milky, la cugina burlesque, con il costumista, Emiliano

Ad aspettarmi, per fortuna, non ci sono damine incipriate, ma una performer appassionata della storia del burlesque e ragazze venute qui per imparare a realizzare deliziosi e vezzosissimi capi.

Singer, colori, fili, nastri e tanto altro... ecco un laboratorio che fa sognare. 

E infatti, con cartoncino, ago, filo, paillettes e raso in pochi minuti imparo a realizzare un tassel (copricapezzolo con nappina). Fantastico, no? Peccato aver suggerito alla burlesquissima parente di utilizzarlo come spallina per un look alla Michael Jackson... lo farà? Mmm, dalla faccia non sembrava convinta ;)

Questo delizioso oggettino in rosso non è un mini cappello cinese ma... un tassel fatto da me :)


Passiamo alla giarrettiera: raso, pizzo, forbici... Il mix di colori dei nastri mi piace: li voglio tutti! Ma ne posso scegliere solo due. Per poi cucirli con il pizzo. E mentre premo sull’acceleratore (leggasi pedale) della macchina da cucire facendo inevitabili casini, penso che mi sto divertendo un mondo, rispolverando quelle vecchie passioni che avevo lasciato nel dimenticatoio. 

Perché le avevo lasciate lì? 

Forse perché avevo meglio da fare in quel momento. 
O forse perché la gioia di ritrovarle batte tutto, e fa fare le capriole al cuore. 

Ed ecco: sono felice.
Lo penso mentre esco dal laboratorio con il sorriso.
Mentre salgo in macchina leggera.
Mentre abbraccio il cucciolo tornato a casa.

Con cui non userò né giarrettiere né tassels per farmi amare.

Ma so che giocare con loro mi ha fatto amare di più me stessa.

E non potevano mancare i cappelli... e se tornassi a realizzarli? Sento già l'urlo alla Munch del mio fidanzato... 
   

2 commenti:

  1. se dovessi venderli i cappelli fammi un fischio, mi prenoto già come tua acquirente...

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    1. Sto per aprire un Etsy Shop con i cappellini, stay tuned!!

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