mercoledì 7 marzo 2012

Cogito ergo... boccolo


Da piccola avevo i boccoli. Boccoli naturali.
Lo so, so' fortune. Fortune tanto grandi che mia mamma ancora cerca di convincermi che quando ero proprio piccola piccola (ossia in un periodo di cui non ho memoria) la fermavano per strada chiedendole se ero... Shirley Temple! (ed io, ovviamente, ancora gongolo e mi lascio convincere... ).




Vabbé, metti poi che ero una bambina che amava lo smalto rosso, sognava la Ferrari testa rossa, adorava Marilyn Monroe... il danno è presto fatto.

Ma adesso sono cresciuta. Ho i piedi ben ancorati a terra.
Con questa crisi economica direi che ci sono precipitata a terra.

Ma i boccoli, quelli mica li ho abbandonati!

E anche se non sono più naturali, ho un metodo infallibile per farli: pensare.
Ecco, potrei far mio un "cogito ergo boccolo", non fosse per i troppi che mi riderebbero dietro.
Lo state facendo anche voi? Ehm, come biasimarvi?

Ma succede proprio questo: davanti ad un pezzo difficile (tipo, non so, Come affrontare un licenziamento mentre ti ha appena lasciato il fidanzato e ti è morto il pesce rosso), a dilemmi lavorativi (continuo a scrivere a rotta di collo o...  apro uno store online di mini cappellini?), a email minatorie da inviare ad editori che hanno "dimenticato" di pagarti da secoli... Io faccio girare le rotelline e, automaticamente, anche le ciocche di capelli tra le dita. Funziono così.

Il risultato? Lo stesso da quando ero piccola: tanti nodi da sciogliere... e non solo nei capelli!

2 commenti:

  1. Ciao Fra,
    non ho più la tua mail e scrivo qui. Volevo dirti che ti leggo e che mi viene da sorridere.

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  2. Caro anonimo, spero sia un sorriso benevolo e non una risata sotto i baffi :))
    Cmq grazie! Se ti palesi sarei anche più contenta (curiosità è donna...).

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