mercoledì 4 aprile 2012

Wanna be professional

Qundi: così è come vorrei essere...

È passato un compleanno. E ho consegnato l'articolo bello&lungo di cui parlavo qui.
Momenti frustranti, momenti bellissimi, tutti racchiusi in una manciata di giorni.
E tra i desideri per questi 32 anni, che appena arrivati già fanno rumore, me ne viene in mente uno, espresso qualche giorno fa, perché poi lì davanti alle candeline, come al solito, il vuoto in testa...






Insomma. Il desiderio è questo, quello del titolo: wanna be professional.

...E così è come mi vedo. Fantastico!


Ma che vuol dire? Scrivendo di lavoro, mi rendo conto ancora di più, ci sbatto proprio la testa in ogni intervista, in ogni inchiesta, quanto sia importante avere e curare il proprio profilo professionale. Essere professionale. Nella vita, nei momenti cruciali del lavoro. Nell'immagine, nel web.
Esserlo a 360 gradi.
E mentre io mi vedo caotica, preda di desideri momentanei (finisco il pezzo o controllo la posta? E poi, non devo andare in palestra? No, Fra, il pezzoooooooooooooooo!), con un lavoro da gestire che a volte è piuma e a volte è piombo, penso a quanto la parola professional nella mia mente si associ a un modo di pensare e agire adulto, consapevole, coerente con se stessi, in ascolto.

Caspita, allora è questo il nocciolo? Per me sì.

Va bene lo studio, la gavetta, la specializzazione, l'esperienza... ma essere professional, in fondo, vuol dire che la gente si può fidare di te.
E ancora prima, che tu ti puoi fidare di te.
Che tu, e tutto quello che sei e che sai, ci siete. E vale.
Quindi, voglio essere professional. E non solo sul lavoro.




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