sabato 30 giugno 2012

Sfilate: la mia prima. E l'ultima (per ora).



La mia prima sfilata risale a 10 anni fa.
Ero a Londra, 22enne, stagista all'Ansa. 
Nella testa avevo un'idea confusa del mio futuro, o meglio, sarei stata molto confusa a breve, ma ero già  suscettibile alle passioni, mie e altrui. Innamorata del costume. E legata a doppio filo ad una coinquilina/collega appassionata di moda. 
Quindi... mi sono lasciata travolgere. 

Primo step: un buon mese di shopping londinese (quando Mango, Zara, H&M,ecc. erano relegati fuori dai confini italiani)
Secondo step: mercatini every sunday! 
E poi, terzo step, vera e propria ciliegina sulla torta: gli inviti in redazione per la settimana della moda londinese. 
Sorteggio: a me capita Paul Smith. 
La ruota gira, no??? :)
E da quella mattinata all'Holland Park, tra stylist, giornaliste, socialite inglesi, pavoni e scoiattoli, non mi sono più ripresa: le sfilate le ho sempre amate, tutte. Un po' come i matrimoni. Quel divertimento soft, gli abiti eleganti, i cocktail, la musica di sottofondo, i commenti... Sono le bollicine che fanno girare il mondo, l'ho sempre pensato :)

Ed eccomi qua, 10 anni dopo, dall'altra parte della barricata, aiutando la mia amica Jehsel Lau, stilista messicana, nella comunicazione del suo brand Jehsel Lau Dance Clothes: un'esperienza culminata proprio in una sfilata. E volete sapere come la penso? Quest'angolazione è in assoluto la più divertente. 

Dal momento "di fatica", dove si spostano panche e sedie, ma insieme, chiacchierando, formando quel collante che ti fa sentire parte del gruppo mentre l'adrenalina sale, sale. Al momento creativo e ciarliero del trucco&parrucco. Fino all'arrivo degli invitati: i primi, timidi. Qualche secondo dopo: la massa. E poi quelli trafelati, che arrivano all'ultimo minuto. Le luci che finalmente si accendono sulla navata (la sfilata di Jehsel era nella chiesa di St. Paul within the Walls). I primissimi accordi di musica. I passi delle modelle (in questo caso erano ballerine dell'Accademia Nazionale di Danza). Il culmine: gli applausi per Jehsel, per il suo talento, per la sua creatività, l'impegno, il lavoro di tanti mesi. 
Una poesia declinata nella realtà. Con nessun accenno prosaico.

Quindi, ci sono ancora dubbi? Se volete farmi felice, invitatemi ad una sfilata. Meglio, fatevi aiutare ad organizzarne una ;)






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