Te
lo dice la mamma, nei momenti di sconforto: “Tanto è solo per adesso”. Te lo
ripeti tu, a trent’anni, quando i progetti di vita sfumano davanti all’ennesimo
“Mi dispiace, c’è crisi”. Ma poi, se sei una creativa, per giunta in gamba, non
ti dai per vinta. E da quella frase-balsamo nasce un’idea, un progetto (sì,
un ALTRO progetto, altrimenti che lo metti a fare che sei “flessibile” sul CV?)
che profuma di te e della tua vita. Tanto è solo per adesso è la creatura di
Alessandra Celentano, giornalista e scrittrice, un libro in cui specchiarsi, per non sentirsi soli in questa pazza
vita da freelance... E magari trarre qualche ispirazione ;-)
Nel
tuo romanzo metti nero su bianco la vita di una freelance alle prese con la
crisi economica e la voglia di avviare un progetto di vita: chi la spunta e
perché?
«La
spunta lo slancio vitale. Perché in effetti, quando ci si ritrova in mezzo a
situazioni più sconfortanti del previsto e al posto di prospettive certe c’è
solo tanta nebbia, è sul proprio atteggiamento che conviene fare leva. Quel miscuglio interiore di fiducia,
coraggio ed energia per non rimanere bloccati dalla paura e capire come,
effettivamente, continuare a procedere nonostante tutto.»
Martina,
la protagonista, si ritrova all’improvviso senza una collaborazione importante
e i suoi sogni sembrano andare in fumo... Secondo te, come bisogna reagire di
fronte ad una delusione lavorativa?
«Provando
a guardare oltre l’orizzonte dello sconforto per individuare qualcosa di
diverso. Per trovare un’idea, una strategia nuova, un tentativo diverso dal
solito. La mia filosofia, in questi casi, è “proseguire per la stessa direzione
provando, però, a cambiare le scarpe”. Credo che sia utile non demordere ma, al
tempo stesso, fermarsi un pochino per capire cosa cambiare nel proprio modo di
procedere o quali piccoli strumenti sostituire. Rimanere ancorati in modo
rigido alle proprie aspettative e non cambiare una virgola del proprio modo di
fare o dei propri mezzi, secondo me, non favorisce la nascita di nuove
opportunità.»
Vita
freelance e vita di coppia: vanno d’accordo?
«Io
credo che il margine maggiore di libertà e autonomia offerto dall’attività di
freelance dia la possibilità di gestire il proprio tempo in maniera più
elastica e poter spalmare interessi o piccoli doveri in svariati momenti dell’intera
settimana salva dal supplizio di fare tutto il sabato. E la possibilità di
vivere più spesso il week end come un week end e non come un tour de force,
secondo me, può giovare sia alle singole persone sia alla qualità del tempo che
si passa in coppia.
Di
contro, chi lavora come freelance e non può permettersi né di avere uno studio
esterno alla propria abitazione né di ricorrere a opzioni come il coworking,
spesso lavora a casa e mettere in chiaro al compagno concetti come “Sì, sono a
casa ma sto lavorando” o “È vero, non ho il capo che mi controlla, ma devo
comunque consegnare un pezzo tra mezz’ora”, può non essere sempre semplice.»
L'autrice di Tanto è solo per adesso, Alessandra Celentano |
Ci racconti gli esordi della tua
avventura lavorativa?
«Ho
iniziato scrivendo per diversi teen magazines ed è stata un’esperienza molto
arricchente, anche dal punto di vista creativo. Scrivere pezzi per adolescenti
significa entrare nell’ottica di persone più giovani e trattare i loro sogni o
le loro paure con la giusta dose di rispetto e delicatezza ma anche con uno
stile accattivante. La sfida in termini creativi, è dare consigli saggi e
veicolare messaggi positivi senza risultare noiosi. La lezione più grande che
mi porto dietro da questa esperienza è che non esistono argomenti banali, ma
solo e soltanto pezzi scritti in modo banale.»
Com’è
nato, invece, il tuo libro?
«In
un momento di flessione lavorativa. Mi sono trovata all’improvviso ad avere
meno pezzi da scrivere e, in un primo momento, sono entrata in crisi. Poi però,
ho realizzato che avere un carico minore di lavoro poteva significare per me,
in termini positivi, avere più tempo libero a disposizione ed è stato in quel
momento che ho deciso di tentare qualcosa di diverso. Così, anziché inviare
proposte a nuovi giornali, ho deciso di dirottare la mia voglia di scrivere su
qualcosa di nuovo: la narrativa.»
Ultima
domanda: cosa consiglieresti a chi volesse intraprendere la tua stessa
professione?
«A
essere sincera, di questi tempi, non so quanto consiglierei a una persona di
investire nell’editoria! Ma visto che poi, alla fin fine, sono e rimango per
natura molto ottimista, suggerirei di aspirare a un ambito specifico, ossia
quello che piace e che, al tempo stesso, rientra nelle proprie corde e nelle
proprie potenzialità. E poi, visto che quasi mai si comincia dal lavoro dei
propri sogni, direi di iniziare dalla “periferia” dell’ambito desiderato. E da
lì in poi, di esperienza in esperienza, di spostarsi sempre più verso l’area
agognata.»
la crisi è anche questo: la possibilità di prendersi una pausa e di scoprire altre strade
RispondiEliminaSono perfettamente d'accordo con te!
RispondiEliminaSe solo avessi la possibilità economica per farlo, questo si. Invece la crisi è anche un ostacolo alla possibilità di intrprendere nuovi strade.. se non per quella che stanno prendendo tutti..la fuga
RispondiEliminaDai magari un'altra strada, magari un po' nascosta, c'è... ;-)
RispondiElimina